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Terremoto a Napoli e Campi Flegrei, magnitudo fino a 5.

Perché il bradisismo si sta intensificando nell’area di Pozzuoli

I Campi Flegrei sono interessati da tempo dal bradisismo (movimenti verticali del suolo).
I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica con una storia di grandi eruzioni, le due più importanti risalgono a 40 mila e 15 mila anni fa. L’ultima nel 1538 fu di entità minore. Attualmente si osserva un’intensificazione del bradisismo, con un sollevamento di 15 millimetri nell’ultimo mese, senza indicazioni su quanto durerà. La caldera è per metà emersa e per metà nel golfo di Pozzuoli.

Il sollevamento è accompagnato da scosse sismiche, come quella di magnitudo 4.4, simile a quella del 13 marzo (4.6) e a quella del 20 maggio 2024.
Il sollevamento accumula tensioni nel suolo, che si liberano generando terremoti poco profondi. Gli ipocentri sono localizzati a una profondità massima di 5 chilometri; quello di ieri è avvenuto a 2,7 km. Secondo alcuni studi, la scossa più forte potrebbe raggiungere magnitudo 5, ma le condizioni per questo evento sono ritenute poco probabili.

Di quanto si è sollevato il suolo nell’area di Pozzuoli?
L’attuale fase di bradisismo è iniziata nel 2005, con un sollevamento totale di 1,45 metri, di cui oltre 27 centimetri da gennaio 2024. La fase 1982-1984 ha prodotto terremoti con magnitudo paragonabile a quelli attuali. Tra il 1970 e il 1984, l’area del porto si è sollevata di 3,55 metri.

Fino a quando durerà l’attuale fase sismica?
Fino a quando continuerà il sollevamento del suolo, si devono aspettare scosse simili a quelle recenti, seguite da più terremoti di assestamento. Nel mese di aprile sono stati registrati 476 terremoti di magnitudo massima 2.9 e 3.275 eventi dall’inizio dell’anno, la maggior parte dei quali con magnitudo inferiore a 1.

Quanto sta avvenendo è collegato con il Vesuvio?
No, la caldera dei Campi Flegrei non ha rapporto con il Vesuvio; hanno camere magmatiche diverse.

Come avviene il monitoraggio dell’area dei Campi Flegrei?
Oltre ai sismografi, l’area è dotata di sensori e centraline in terra e in mare per monitorare vari parametri fisici, chimici e sismici. Le deformazioni del suolo vengono analizzate tramite sensori e immagini satellitari interferometriche, con il supporto di gravimetri e sensori agli infrarossi. Recentemente è stato notato un aumento dell’anidride carbonica nelle fumarole della Solfatara, indice di degassamento del magma attivo dal 2005.

I dati raccolti potrebbero far pensare a una imminente eruzione?
Non ci sono segnali chiari di risalita del magma in superficie, ma in profondità il magma è attivo e produce fluidi magmatici come CO2 e monossido di carbonio. Attualmente, solo questi gas risalgono verso la superficie. La situazione è monitorata costantemente.

(Intervento di un esperto del settore)


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