Libia: ucciso il capo miliziano Gheniwa, scontri a Tripoli.
Il potente responsabile delle milizie era stato in Italia poche settimane fa. Per Amnesty era responsabile di crimini contro l’umanità.
Libia di nuovo nel caos. Abdel Ghani Al-Kikli, noto come Gheniwa, capo della milizia Apparato di Supporto alla Stabilità (Ssa), è stato ucciso nel campo militare Tekbali, a sud di Tripoli. Secondo i media libici, il suo corpo sarebbe stato poi portato all’ospedale Abu Salim di Tripoli. Dopo la diffusione della notizia della morte, a Tripoli sono scoppiati violenti scontri fra le fazioni rivali, con foto e video dei combattimenti circolati sui social.
Secondo quanto ricostruito dai media libici, l’uccisione di Ghenawi sarebbe stata ordinata da Mahmoud Hamza, comandante del 444° reggimento della brigata. Nell’operazione sono state uccise anche le guardie del corpo di Al-Kikli.
Secondo Refugees in Libya, «Gheniwa era uno dei comandanti di milizia più temuti nell’ovest della Libia ed è stato a lungo accusato di gravi abusi, tra cui torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali». Poche settimane fa, Gheniwa era stato avvistato in Italia, suscitando indignazione poiché era entrato in Europa con un visto Schengen rilasciato da Malta, nonostante fosse coinvolto in crimini che potrebbero essere considerati contro l’umanità. La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) aveva recentemente espresso «profonda preoccupazione» per l’escalation militare e le crescenti tensioni a Tripoli e nell’area occidentale del Paese, invitando a risolvere le controversie attraverso il dialogo.