Prato, fondazione per il giovane che sparò all’ex.
PRATO. Il padre di un giovane che ha ucciso l’ex fidanzata, non accettando la fine della relazione, può costituire una fondazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere. Lo ha deciso il Tar della Toscana accogliendo un ricorso. Il venticinquenne, il 26 maggio 2018, ha ucciso a colpi di pistola l’ex fidanzata di 30 anni, prima di togliersi la vita con la stessa arma. I corpi vennero trovati nell’auto della donna a San Miniato, dove il giovane viveva con la famiglia.
La sentenza del Tar, depositata il 9 maggio, è sorprendente, poiché ribalta una precedente decisione della Regione Toscana che aveva negato alla fondazione il riconoscimento giuridico. La Regione aveva anche ricevuto una raccolta firme promossa da amici della vittima, che ritenevano offensivo intitolare una onlus a un femminicida.
Contro questa idea si erano schierati anche i Comuni di Prato, San Miniato, Montopoli Valdarno, Montemurlo e Vaiano. La richiesta di iscrizione fu inizialmente negata, ma la famiglia ha continuato a perseguire il progetto, con avvocati che hanno impugnato il provvedimento regionale. Ora, alla vigilia del settimo anniversario dell’omicidio, hanno ottenuto una prima vittoria e potranno iscrivere la fondazione, che ha cambiato nome e apportato modifiche formali.
Una sorella della vittima commenta il tampone con incredulità, ritenendo folle dedicare una fondazione a un assassino. Esprime frustrazione per la decisione, sottolineando che non si è cercato di coinvolgere la famiglia della vittima, un aspetto significativo.
Le motivazioni profonde che hanno portato la famiglia Zini a questa azione rimangono poco chiare, ma è evidente che negli anni le due famiglie non si sono parlate.