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Suicidio al Duomo: trovato corpo in laghetto.

E’ sulla base dei numerosi tatuaggi che gli investigatori della Squadra Mobile, anche se non vi è un riconoscimento ufficiale, ritengono che sia l’uomo che si è suicidato gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano nel pomeriggio. L’individuo, sabato 10 maggio, aveva accoltellato un collega all’Hotel Berna di Milano, dove lavorava esternamente dal carcere di Bollate. Era detenuto per un femminicidio del 2016 commesso a Castel Volturno, in provincia di Caserta.

Il suicidio è avvenuto poco dopo le 14. L’uomo si è lanciato dal camminamento nord delle terrazze del Duomo, cadendo dopo circa 40 metri in corso Vittorio Emanuele, non lontano dalla Rinascente. Le terrazze, popolari tra i turisti, sono state immediatamente chiuse.

Nel frattempo, i carabinieri, a seguito di una segnalazione al 118, sono intervenuti all’interno del Parco Nord, dove è stato trovato il cadavere di una donna. Dai primi accertamenti, il corpo sarebbe di una collega dell’evaso suicida. La donna, di origine bengalese, 50 anni, era scomparsa venerdì e lavorava in hotel. Il cadavere sarebbe stato avvistato da un passante all’interno del Parco, a un chilometro dal luogo in cui era stata vista con l’individuo. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, personale del 118, carabinieri, Polizia locale e il pm di turno.

Testimoni hanno descritto il suicidio con frasi come: «un botto tremendo e poi le grida e la gente che scappava». Un gestore di un chiosco vicino ha raccontato di aver sentito un rumore e di aver visto la gente scappare. Diversi passanti hanno riferito di aver sentito un grido prima del salto dal Duomo.


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