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Referendum, sfida del quorum: affluenza 32-38%.

Il 62% degli italiani è informato sui quesiti riguardanti lavoro e cittadinanza, con maggiore partecipazione prevista tra gli elettori di sinistra. Gli elettori di centrodestra mostrano percentuali di interesse più basse.

Mancano meno di due mesi al voto per i cinque referendum fissati per l’8 e 9 giugno. Un sesto referendum sull’Autonomia differenziata è stato dichiarato inammissibile. I rimanenti quesiti riguardano i licenziamenti e la sicurezza sul lavoro, in particolare l’abrogazione del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Un quinto quesito tratta dell’acquisizione della cittadinanza italiana, prevedendo una riduzione del periodo di soggiorno legale in Italia da 10 a 5 anni.

L’esclusione dell’Autonomia differenziata ha ridotto l’attrattività della consultazione referendaria. Le questioni legate al lavoro, in particolare quelle connesse al Jobs Act, hanno suscitato malumori all’interno del Partito Democratico, mentre i partiti di centrodestra si sono orientati per l’astensione.

Il focus è sul raggiungimento del quorum, necessario per garantire validità alla consultazione, pari al 50%+1 degli aventi diritto al voto. Negli ultimi tre decenni, solo in due occasioni è stato raggiunto. Attualmente, il 62% degli italiani è consapevole dei referendum in programma, mentre 32% non lo è e 6% sostiene che non ci saranno referendum prossimamente.

Sui temi referendari, la maggioranza degli intervistati riconosce la loro importanza: 33% li considera molto importanti e 20% abbastanza. Gli elettori di opposizione percepiscono questi temi come più rilevanti rispetto a quelli di governo.

Tuttavia, l’intenzione di votare è più in calo: 28% degli aventi diritto è certo di andare a votare, 15% lo considera probabile, per un totale di 43% di possibili votanti. Se si correlano le intenzioni a votare all’importanza dei quesiti, la stima scende tra 32% e 38%.

I sì prevalgono ampiamente su tutti i quesiti, in particolare su quelli legati al lavoro, dove variano dal 79% all’87%; per la cittadinanza si attesta attorno al 66%. Tuttavia nel centrodestra i no predominano, mentre nel centrosinistra sono favorevoli.

Considerato che la campagna referendaria è ancora agli inizi, gli orientamenti potrebbero cambiare. Alcuni elettori potrebbero essere demotivati dall’astensione suggerita dai loro rappresentanti. La mobilitazione è prevista soprattutto tra coloro che hanno votato alle ultime elezioni politiche; la proposta di calcolare il quorum solo su questi votanti renderebbe necessario che il 79% di essi partecipi per raggiungere il quorum.


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