Governo contro legge Toscana sul fine vita, Giani: “Paradossale”.
Il governo ha deciso in Consiglio dei ministri di impugnare la legge Toscana sul fine vita. Questa legge, approvata a metà marzo, è stata la prima in Italia a stabilire le modalità per l’accesso al fine vita, in linea con la sentenza della Corte Costituzionale. L’obiettivo è fornire risposte ai pazienti che, a causa dell’immobilismo del Parlamento, sono costretti a lunghe attese.
Il governatore toscano ha definito “paradossale” la decisione, affermando che invece di lavorare su una legge nazionale, il Governo ostacola chi si è impegnato a colmare un vuoto legislativo in questo campo. Ha espresso delusione per quanto avvenuto, sottolineando che la legge rappresenta un atto di responsabilità nei confronti delle persone in sofferenza.
Critiche sono state sollevate da membri dell’opposizione, che hanno evidenziato come l’impugnazione della legge sia un tentativo di impedire qualsiasi normativa che garantisca diritti sulle scelte di fine vita. È stato fatto riferimento a sentenze passate che affermano il diritto all’aiuto al suicidio.
Dopo l’approvazione del 15 febbraio scorso, alcuni partiti hanno presentato ricorso per valutare la conformità della norma allo Statuto della Regione, ritardando la sua entrata in vigore.
Diversi parlamentari hanno descritto la decisione come surreale e inaccettabile, sostenendo che essa rappresenta uno schiaffo a chi soffre. Critiche simili sono state espresse da partiti di opposizione, che hanno accusato il governo di atteggiamenti centralisti.
Al contrario, i rappresentanti della destra hanno accolto favorevolmente la decisione, sostenendo che la norma fosse incostituzionale e violasse il riparto di competenze tra Stato e Regioni. Hanno sottolineato che il tema del suicidio assistito dovrebbe essere di competenza parlamentare, non regionale.