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Macroscopico conflitto di interessi

Il caso della decadenza di Alessandra Todde e i suoi sviluppi evidenziano un doppio standard. Riguarda la revoca del mandato difensivo da parte del Collegio di garanzia elettorale regionale, ora presieduto da Massimo Costantino Poddighe, che è subentrato dopo il pensionamento di Gemma Cucca, autrice dell’ordinanza di decadenza della governatrice sarda. Questa ha comportato una sanzione di 40mila euro per irregolarità nelle spese della campagna elettorale.

Emergono questioni rilevanti riguardo al caso Todde. Si segnala l’ipocrisia nell’applicazione delle norme, con accuse di un macroscopico conflitto di interessi. Infatti, quando la situazione si complicava per Todde, il presidente del Collegio di garanzia elettorale della Sardegna ha revocato l’incarico all’avvocato Francesco Fercia, rappresentante dell’organo che ha rilevato le irregolarità. Questa operazione è stata ritenuta gravemente viziata.

Enrico Aimi, consigliere del Csm, ha chiesto l’apertura di una pratica per verificare la posizione del nuovo presidente del Collegio, a causa di segnalazioni di un possibile conflitto di interessi. Poddighe risulterebbe infatti coniuge convivente di una dirigente regionale nominata dalla Giunta Todde, coinvolta nella procedura di decadenza. Sono state sollevate riserve sulla gestione di questa situazione, definita una delle pagine più buie della democrazia.


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