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Le regole del codice della strada sulle sostanze sono state modificate nuovamente.

L’11 aprile i ministeri dell’Interno e della Salute hanno inviato una circolare per chiarire l’applicazione delle regole del nuovo codice della strada approvato lo scorso novembre. La circolare, apparentemente tecnica, mette in discussione le sanzioni introdotte per chi fa uso di sostanze stupefacenti, a prescindere dagli effetti sulla capacità di guidare.

Negli ultimi mesi, questo principio è stato contestato da associazioni e esperti di diritto, e la circolare ha chiarito che non è valido. La riforma del codice della strada, approvata a fine anno scorso, aveva rimosso il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica”, consentendo l’incriminazione e la sospensione della patente sulla base di un semplice test positivo.

Ora si specifica che, per accusare qualcuno di guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, è necessario dimostrare che la sostanza «produca ancora i suoi effetti» durante la guida. È richiesto anche che l’assunzione della sostanza sia avvenuta in un periodo “prossimo” alla guida. In questo modo, si recupera il criterio di alterazione psico-fisica precedentemente eliminato.

La valutazione dello stato di alterazione non deve più essere effettuata da un medico. Le forze dell’ordine devono seguire una procedura che inizia con un test salivare. In caso di positività, vengono prelevati due campioni di saliva, che devono essere conservati a temperatura controllata e inviati al laboratorio di tossicologia forense il prima possibile.

Nel laboratorio, vengono effettuate analisi di conferma, che sono necessarie per un’incriminazione. Il primo campione viene analizzato secondo linee guida specifiche, per individuare i metaboliti delle sostanze metabolizzate. La presenza di metaboliti attivi indica che le sostanze hanno ancora effetto, mentre i metaboliti inattivi dimostrano che l’effetto è terminato.

La circolare chiarisce che la presenza di metaboliti inattivi non permette di accertare lo stato di intossicazione, escludendo quindi i test delle urine, che non sono indicativi di intossicazione attuale. Inoltre, si deve considerare la possibilità che i metaboliti siano il risultato di terapie ospedaliere o di farmaci prescritti, evitando sanzioni per chi assume farmaci simili a sostanze stupefacenti.

Se anche l’analisi di secondo livello risulta positiva, il secondo campione deve essere conservato nel laboratorio di tossicologia forense a -18 gradi per almeno un anno, rimanendo a disposizione per eventuali controanalisi.

Queste novità rispondono a interrogativi sollevati dal tribunale di Pordenone, che ha chiesto alla Corte costituzionale di valutare la legittimità del nuovo codice della strada. Gli esiti dei procedimenti dipenderanno dall’interpretazione dei giudici, ma la nuova procedura potrà escludere già in fase preliminare molti dei casi controversi sollevati in precedenza.

Conclusioni: La circolare dei ministeri dell’Interno e della Salute introduce significativi chiarimenti sulle procedure relative alla guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, cercando di garantire una maggiore certezza giuridica e tutela dei diritti degli individui coinvolti.


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