Storia

Isabella di Castiglia: una santa controversa.

Una beatificazione che, al momento, sembra improbabile è quella di Isabella di Castiglia, regina dal 1475 al 1504. Insieme al consorte, Ferdinando d’Aragona, è conosciuta per aver completato la “reconquista” della Spagna, strappando l’ultimo regno arabo della penisola iberica, Granada, nel 1492. Quello stesso anno, grazie al loro finanziamento, Cristoforo Colombo partì per il viaggio verso le Americhe, mentre i sovrani spagnoli costrinsero gli arabi che intendevano rimanere a convertirsi al cattolicesimo e decretarono l’espulsione di tutti gli ebrei dal regno.

La causa di beatificazione era stata avviata nel 1957 dalla diocesi di Valladolid, dove Isabella morì. Nel 1972 si concluse la fase diocesana del processo e nel 1974 Isabella fu dichiarata “serva di Dio”. Tuttavia, il percorso ha incontrato diverse difficoltà, e nel 1993 una lettera della Segreteria di Stato vaticana suggerì di approfondire alcuni aspetti del problema, consigliando di dedicare più tempo allo studio e alla riflessione.

Il vescovo sostenitore

Il Vaticano ha quindi adottato un approccio prudente, rallentando il processo di beatificazione. Nel frattempo, la diocesi di Valladolid ha continuato la ricerca storica su Isabella, organizzando simposi e convegni internazionali focalizzati sulle virtù cristiane della regina piuttosto che sui suoi atti di governo. Tuttavia, alla fine di ottobre scorso, il presidente della Conferenza episcopale spagnola e arcivescovo di Valladolid, Luis Argüello, ha riconosciuto le difficoltà nel processo di canonizzazione di Isabella I di Castiglia. Ha spiegato che la Segreteria di Stato ha consigliato di sospendere il processo per motivi di prudenza politica, ma ha sottolineato che rimane “attivo”.

La questione degli indigeni

Argüello si è espresso durante un ciclo di conferenze sull’argomento, organizzato dall’Università Cattolica di Ávila. Ha illustrato il suo impegno per diffondere la conoscenza della vita e delle virtù di Isabella, sottolineando la necessità di non considerare il suo ruolo nelle Americhe solo attraverso la lente della conquista. Ha affermato che «nel XVI secolo, la Spagna ha gettato le basi per i diritti umani affermando che tutti gli indigeni avevano un’anima, proprio come gli spagnoli», riconoscendo così la dignità dei popoli indigeni, i quali furono considerati sudditi con gli stessi diritti degli spagnoli.

Tuttavia, questa visione può essere contestata da chi esamina la storia dal punto di vista delle popolazioni colonizzate, le cui esperienze di sfruttamento e oppressione sono significative. Inoltre, ci sono due elementi che appaiono in contrasto con l’attuale magistero della Chiesa: la conversione forzata dei musulmani e l’espulsione degli ebrei dal Regno di Spagna.

Il decreto che sanciva l’espulsione degli ebrei, pubblicato il 31 marzo 1492, stabiliva un termine entro il quale dovevano lasciare i territori del Regno. Tale decreto, redatto in parte da Torquemada, primo inquisitore del Regno, mirava a ricostruire l’unità religiosa della Spagna, portando alla formazione di comunità ebraiche nel Maghreb e nell’impero ottomano, dove erano garantite libertà di culto. Inoltre, Isabella, conosciuta come “la cattolica”, desiderava creare una sola religione nel Regno.

Alla luce di questi aspetti, risulta complesso per la causa di beatificazione di Isabella di Castiglia procedere, considerando che è stata fermata da tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Infine, è significativo notare che recentemente è stato celebrato un importante anniversario riguardante un documento del Concilio Vaticano II, il quale ha cercato di promuovere il dialogo con gli ebrei e con altre tradizioni religiose, compreso l’Islam.


Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio