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Prepariamoci alla guerra. È il 1939.

Washington punta a ottimizzare gli investimenti per sviluppare lo scudo spaziale Golden Dome, ultima iniziativa per rafforzare la posizione americana

Negli Stati Uniti si avverte un senso di urgenza per riaffermare la grandezza nazionale. Recenti dichiarazioni sottolineano la necessità di prepararsi a una crescente tensione internazionale e di riformare il Pentagono, evidenziando la lentezza nel rispondere alle minacce esterne, con l’intento di coinvolgere tutti i soggetti pertinenti per una risposta coordinata.
Si prevede che le attrezzature militari siano pronte a sostenerne la forza, in caso di necessità. L’obiettivo principale è rafforzare la burocrazia e ottimizzare gli investimenti nel settore militare, con particolare attenzione all’iniziativa di difesa missilistica Golden Dome, la quale sta attirando miliardi di dollari da parte degli appaltatori, mentre manca chiarezza sui requisiti tecnici e sull’architettura del programma.
Recentemente, durante un evento dedicato, i dirigenti del settore hanno discusso le loro strategie, messe alla prova da prolungate chiusure delle attività governative.
Il sistema Golden Dome, previsto operativo entro il 2029, intende realizzare una costellazione di tra 950 e 16.000 satelliti in orbita bassa terrestre, dotati di sensori avanzati e intercettori cinetici.

A differenza degli attuali sistemi, gli intercettori spaziali sarebbero in grado di rilevare i lanci, ricevere i comandi di controllo e rispondere rapidamente, con l’ideale di neutralizzare i missili prima che escano dallo spazio aereo avversario. L’IA sarà fondamentale, consentendo operazioni autonome in ambienti ostili e facilitando il processo decisionale attraverso il riconoscimento degli scenari e delle strategie avversarie.

Aziende come Palantir e Anduril stanno sviluppando software basati su IA per supportare decisioni rapide. Palantir è specializzata in sistemi di analisi dei dati, mentre Anduril si distingue per l’uso dell’Intelligenza Artificiale e di sistemi autonomi nei suoi prodotti. Il sistema integrato prevede diversi livelli di difesa, compresi radar terrestri e sistemi missilistici, garantendo copertura su tutto il territorio nazionale. La gestione sarà affidata alla US Space Force e coinvolgerà grandi contractor del settore. I costi stimati variano da 175 miliardi a oltre un trilione di dollari, a causa della complessità del progetto e del numero di satelliti necessari. L’efficacia del sistema è prevista al 97%, ma rimangono dubbi su tempistiche e fattibilità tecnica.

Inoltre, sussistono interrogativi sulla capacità degli intercettori di resistere a temperature elevate durante il rientro atmosferico, mentre affrontano una minaccia nemica. Le armi ipersoniche presentano una sfida particolare, essendo in grado di viaggiare a velocità superiori a Mach 5 e manovrare in traiettorie imprevedibili. I sistemi attuali non sono ottimizzati per interagire con bersagli di questo tipo, mentre il Golden Dome prevede l’uso di tecnologie avanzate per monitorare e tracciare le minacce.

Nel contesto geopolitico attuale, si osserva un approccio di gestione delle risorse energetiche, con profitto derivante dalla sostituzione delle risorse russe e dalla fornitura di armi. La situazione rimane complessa, con la possibilità che conflitti in Europa siano gestiti in modo tale da limitare il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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