Storia

Unitus commemora la caduta del Muro di Berlino

Viterbo – All’Università della Tuscia si ricorda il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre 1989, un avvenimento che ha segnato un cambiamento fondamentale nella storia mondiale ed europea, con la caduta dei regimi comunisti in tutta Europa, frutto di una grande rivoluzione pacifica.

Scompare quella ferita che divideva l’Europa e la Germania: il confine blindato di 7mila chilometri costruito dall’Unione Sovietica e dai suoi “paesi satelliti”, dove i popoli dell’Europa dell’Est erano rinchiusi.

Era la famigerata “Cortina di ferro”, inaccessibile verso l’Occidente, dove le guardie sparavano e uccidevano. Solo sul confine tra le due Germanie, le persone uccise sono state almeno 260. Il Muro di Berlino rappresentava l’ultimo e il più conosciuto segmento di tutta la “Cortina di ferro”, con 137 vittime accertate.

Ci sono molte cose poco conosciute su questo evento. Perché i muri erano due e cos’era la “striscia della morte”? Quali erano i sistemi più ingegnosi e spettacolari utilizzati per superare il Muro?

Si utilizzavano bulldozer per aprire varchi, mongolfiere artigianali, tunnel scavati sotto il Muro e persino tentativi via mare. Sul confine marittimo tra le due Germanie i morti accertati nel tentativo di attraversare a nuoto lo stretto di Lubecca sono stati 147.

Oggi il Muro di Berlino non c’è più. Ma dove è finito? E di cosa si tratta nel contesto della vendita dei 33.755 prigionieri politici, pagati 3,5 miliardi di marchi?

Questi temi saranno approfonditi il 7 novembre alle 17 in Aula Magna, via S. Maria in Gradi 4, durante la presentazione di un libro che esplora il Muro di Berlino e la Cortina di ferro, con la partecipazione di relatori significativi del settore.


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