Suisse: la reina senza problemi, un bis da vivere.

La finale delle batailles è finita da un’ora, le luci dello stadio sono spente e sugli spalti – prima pieni in ogni ordine di posto – sono rimaste solo le tracce di un pomeriggio ad alta tensione.
Si sente la gente cantare, ma sempre meno forte: la festa del mondo dei combats si sta trasferendo dalle stalle della Croix-Noire al vicino padiglione, mentre i camion degli allevatori tornano a casa con le loro bovine.
Scendendo nel cuore pulsante dell’arena si notano pochi rimasti. Tra i pannelli di metallo che delimitano i box si scorge un bosquet, e vicino un capannello di persone. Il bosquet è quello di Suisse, la reina di prima categoria che si è confermata a un anno di distanza dalla prima volta. Al centro del capannello, una camicia a quadri bianca e nera serve da bere agli amici e a chi passa per un saluto.
L’attenzione viene catturata da due persone più defilate rispetto alla festa, che osservano da vicino Suisse. C’è una ragazza e vicino a lei una figura inconfondibile. Il proprietario dell’ultima avversaria di Suisse in questa Regionale 2025.
Suisse pronta a spodestare Tiky
Nella penombra si scopre che la ragazza è la nipote della figura in questione e fidanzata di un giovane. Hanno avuto una bambina, pronipote di questa figura. Il mondo è piccolo.
La ragazza è, se vogliamo azzardare un po’, l’anello di congiunzione di questa finale. È felice per il bis di Suisse, ma non può ignorare un po’ di amarezza per il secondo posto dello zio alla Regionale. Un secondo posto è un risultato eccelso, ma è sempre frutto di una finale persa.
La ragazza chiacchiera, fa notare una piccola ferita che Suisse ha sul capo, sussurrando che questa non l’aveva prima della finale con l’altra bovina.
Suisse, al netto del piccolo taglio in mezzo alle corna, è però l’emblema della fierezza. Sa che il risultato appena conquistato non è banale.
“Sono contento, contentissimo, inutile girarci attorno. Ho il telefono che squilla, messaggi da tanti amici, ma ho anche tempo per riflettere sul risultato ottenuto”
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Ha investito tanto – in termini di soldi, di tempo, di delusioni – nel mondo delle batailles. La sua reina preferita rimane probabilmente un’altra, ma Suisse rischia di intaccare il primo posto che ha nel cuore del proprietario. Un anno fa, dopo il primo successo di Suisse, aveva esordito con un “Niente pane domani”, mettendo in allerta gli abitanti della zona che si servono al suo forno. Ma il pane non era mancato l’anno scorso, figurarsi quest’anno.
“Confermo, il pane è arrivato anche lunedì mattina. La festa post Regionale è durata per un po’, ma a mezzanotte e mezza ero al lavoro, come sempre. La festa vera la faremo più avanti”
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Quel déjà-vu con Briganda
Senza voler mettere in cattiva luce nessuno, anche per Suisse vale lo stesso discorso di altri: Regionale 2025 meno difficile di quella precedente. Il che non vuol dire che la regina abbia vinto facilmente, più semplicemente, il percorso è stato meno complesso.
Riprendendo il carnet dei sorteggi, ci si accorge che Suisse ha debuttato ai sedicesimi di finale contro Briganda, regina a Aymavilles nel 2025 e nel 2023. Non vi basta? Terza l’anno scorso alla Regionale, sconfitta in semifinale proprio da Suisse. Sugli spalti c’era il timore che le due bovine potessero riconoscersi ed evitare di sfidarsi nuovamente. Una sensazione che anche il proprietario aveva, ma poi non è stato così.
“Lo ammetto, ero convinto che Briganda non avrebbe attaccato Suisse, memore della semifinale dell’anno scorso. Ha fatto una cosa strana per lei, l’ha attaccata di lato, quasi volesse scombinare le carte di un confronto che un anno fa è stato quasi sempre frontale. È stato un incontro duro e va dato atto che Briganda si è confermata una grande regina. Peccato averla già persa all’inizio del concorso, sono convinto che poteva arrivare alla finale”
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Suisse è tornata nella sua stalla. L’arena regionale è già un ricordo, la festa per la vittoria continua nei giorni successivi: interviste, fotografie, riprese televisive. Un tran-tran al quale il proprietario si è abituato, anche se resta la “macchia” di un’esposizione mediatica inferiore alle attese, non colpa di Suisse o del proprietario.
“E non poteva che essere così. Sono stato fortunato a incrociare un’altra concorrente in campo, l’ho osservata da vicino. È una regina che si adatta a tutte le situazioni, non ha un solo sistema di combattimento. È una reina di rara intelligenza”
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E Suisse? “Suisse è con tutta probabilità la bovina meno problematica che ho avuto in tutti questi anni da allevatore. Alcuni animali non tollerano un pascolo piuttosto che un altro, lei sta ovunque. Si alimenta sempre bene, ha tanto latte, è tranquilla e beata. Vuoi sapere un aneddoto?”
“Ad agosto è stata vaccinata e costretta a stare in stalla per 28 giorni. Ha preso parecchio peso, finendo per sfiorare gli otto quintali e mezzo, troppi per arrivare in forma alla Regionale. Finito il periodo di vaccinazione l’ho messa fuori, nel prato, per farla muovere un po’. Nel bosco c’erano delle cervi, che quando sono in calore fanno uno strano verso: Suisse le rispondeva, muggendo praticamente allo stesso modo. Peccato non aver avuto il cellulare, avrei catturato un video fantastico”
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La memoria torna alla sera della finale. Il giro d’onore di Suisse in un’arena che si svuota, la festa che esplode nelle stalle, le luci spente sullo stadio e il silenzio che fa spazio alla musica in filodiffusione. Risuona, d’improvviso, una canzone del 1986, anno in cui è stata inaugurata la Croix-Noire. Sembra una dedica a chi ha vinto, forse proprio per chi ha fatto il bis: un traguardo che è bello, e che sembrava impossibile.



