Storia

Archivio Colleoni e le storie di donne dimenticate.

Nel 2025 si celebra il 550° anniversario della morte di Bartolomeo Colleoni, uno dei più celebri condottieri del Quattrocento. Figura centrale per la storia bergamasca, Colleoni è noto come uomo d’armi: le sue battaglie, i frequenti cambi di schieramento e la sua rapida ascesa militare sono ben documentati. Tuttavia, accanto al Colleoni guerriero, esiste un Colleoni “uomo di pace”, che nella seconda parte della sua vita si dedica a opere di carattere sociale e di sviluppo del territorio.


È in questo contesto che nasce il Luogo Pio della Pietà, istituzione benefica fondata da Colleoni nel 1466. Questo ente offre un patrimonio documentario di straordinario valore, considerato una fonte storica pressoché inesplorata, utile per comprendere la storia economica, sociale e culturale di Bergamo.

Nell’archivio si trovano i libri delle deliberazioni, a partire dal Liber Terminationum annorum 1476, 1477 et 1478, fino ai giorni nostri. Questa documentazione, ancora poco indagata, potrebbe fornire nuovi spunti sulla storia locale.

Il Luogo Pio fu fondato nel 1466 con la Donatio inter vivos, un atto di donazione che trasferiva un ingente patrimonio al Comune di Bergamo. L’obiettivo era l’erogazione di doti alle fanciulle povere nubende, secondo una logica di carità e promozione sociale.

L’erogazione della dote era un elemento centrale nella società dell’epoca, garantendo un futuro dignitoso alle giovani donne e contribuendo all’equilibrio sociale. I criteri di selezione per le beneficiarie privilegiavano le fanciulle della casata Colleoni, seguite dalle giovani delle famiglie nobili bergamasche, fino ad includere altre ragazze del territorio.

La documentazione dell’archivio consente di seguire da vicino l’evoluzione dell’ente e le dinamiche economiche, sociali e di assistenza nella società bergamasca del tardo Medioevo. L’analisi diretta delle delibere del 1476 offre uno spaccato della vita amministrativa e sociale del Luogo Pio. Le 130 delibere, dall’inizio fino alla fine dell’anno, testimoniano la complessità della gestione patrimoniale, coprendo vari aspetti dall’assegnazione di incarichi alla manutenzione dei beni.

Le delibere mostrano già una struttura amministrativa efficiente con la nomina di fattori e addetti alla manutenzione. Ad esempio, il 20 febbraio 1476 viene nominato un fattore, evidenziando la centralità della gestione agricola.

Molte delibere riguardano la manutenzione delle rogge e dei mulini, vitali per l’economia locale. Atti come la nomina di un camparo per le seriole o la costruzione di fienili mostrano l’attenzione per le risorse idriche, essenziali per la ricchezza agricola bergamasca.

Le delibere evidenziano anche la concessione di terreni e diritti d’acqua, con contratti di lunga durata. Alcuni di questi atti testimoniano le tensioni con la Repubblica di Venezia, che cercava di riappropriarsi di beni dopo la morte di Colleoni. Si documenta anche l’invio di ambasciatori a Venezia per difendere i diritti del Luogo Pio.

Nei documenti analizzati, non si trovano ancora riferimenti a doti da erogare, né richieste in tal senso. Sarebbe interessante proseguire lo studio delle delibere degli anni successivi, poiché ogni documento ricostruisce aspetti della vita quotidiana, delle relazioni sociali e delle condizioni delle donne nella Bergamo del Quattrocento.

Malgrado la ricchezza della documentazione, l’archivio resta in gran parte inesplorato. Le potenzialità di questa fonte sono enormi: le deliberazioni, i registri e i documenti notarili permettono di seguire l’evoluzione delle politiche assistenziali e lo studio delle relazioni tra città e contado, oltre a ricostruire le biografie di amministratori e cittadini.

L’analisi sistematica di queste fonti non solo arricchirebbe la conoscenza della storia locale, ma alimenterebbe anche una riflessione sulle dinamiche sociali, economiche e culturali che hanno plasmato il territorio bergamasco. L’attenzione alla condizione femminile offre spunti importanti per comprendere le radici storiche delle disuguaglianze di genere.

Il Luogo Pio della Pietà è una delle più antiche fondazioni benefiche d’Europa ancora in attività. La sua storia, custodita nell’archivio, è parte integrante della memoria collettiva di Bergamo e del suo territorio, un patrimonio che attende di essere riscoperto e raccontato.



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