Storia

Islanda: oasi di pace nella guerra fredda

La conclusione della “guerra fredda” segna la dissoluzione dell’Unione Sovietica, un gruppo di paesi sotto il controllo di uno Stato centrale oppressivo e dotato di armi atomiche. Questo evento coincide con il presunto successo del modello statunitense.

Fine secolo

Nel dicembre 1991, in un mese, l’impero sorto dalla Seconda guerra mondiale si disgregò, segnando la chiusura di un’epoca di paura e povertà e l’apertura (sperata) di una nuova era di libertà e crescita. Un’illusione, come dimostrato dai recenti eventi.

Immagini di bombardamenti a Mariupol, in Ucraina, nel periodo iniziale della guerra dopo l’invasione russa del marzo 2022

Il primo dicembre di 34 anni fa l’Ucraina chiese l’indipendenza; sette giorni dopo, il presidente ucraino, insieme ai leader di Bielorussia e Russia, decretò la fine dell’Unione Sovietica. Poco dopo, Michail Gorbačëv si dimise; il 26 l’Urss fu formalmente sciolta; la dissoluzione divenne definitiva tra il 31 dicembre 1991 e il 1 gennaio 1992.

Un passo indietro

Oltre tre decenni dopo, la Russia ha ripreso un atteggiamento imperialista con un presidente che è in carica da 25 anni senza alcuna intenzione di cedere il potere.

Il 1991 non fu un evento casuale. Per comprendere l’origine di quanto accaduto tra il 1989 e la fine dell’Unione Sovietica, è utile tornare al 1986 su un’isola dell’Atlantico, dove si trova una villa in legno affacciata sul mare che separa Islanda e Groenlandia.

La villa Höfði in Islanda durante il vertice Urss-Usa del 1986

L’isola e la villa

La villa Höfði, costruita nel 1909 a Reykjavík, è stata residenza di molti importanti personaggi. Nel 1941, Winston Churchill vi soggiornò dopo aver redatto la “Carta Atlantica” con Franklin Delano Roosevelt.

Höfði entrò nella storia della guerra fredda perché qui, nell’ottobre 1986, avvenne l’incontro tra Ronald Reagan e Michail Gorbačëv. Fu il loro secondo vertice, dopo quello di Ginevra nel 1985, dove i due leader mostrarono disponibilità a ridurre gli arsenali nucleari.

Ronald Reagan e Michail Gorbačëv durante il summit in Svizzera antecedente a quello islandese

Il cambiamento di vento nell’Unione Sovietica fu dovuto a Gorbačëv, il quale introdusse riforme politiche, sociali ed economiche (la “Perestrojka”) e una maggiore trasparenza (la “Glasnost”). Tali iniziative portarono all’incontro di Reykjavík, suggerito da Gorbačëv in una lettera al presidente americano.

Ronald Reagan e Michail Gorbačëv a Höfði in Islanda

Il vertice

Il vertice del 1986, tenuto in segreto fino all’ultimo momento, si svolse in Islanda per la sua equidistanza geografica tra le due superpotenze e per ridurre rischi e pressioni. In passato, l’isola era stata teatro di celebri eventi scacchistici tipicamente legati a Usa e Urss.

Reagan e Gorbačëv scelsero Höfði per la sua idoneità a un incontro bilaterale. L’albergo Saga ospitò la delegazione sovietica, mentre il presidente Usa si muoveva tra la villa e una portaerei in mare. Questo incontro rappresentò un’importante opportunità per eliminare arsenali nucleari.

Ronald Reagan e Michail Gorbačëv a Höfði in Islanda

Tante speranze

Le aspettative iniziali per l’accordo erano basse. Reagan intendeva discutere diritti umani e guerra in Afghanistan, mentre Gorbačëv propose una riduzione immediata degli arsenali nucleari in cambio del blocco dello “scudo spaziale”. La sicurezza globale si fondava sull’equilibrio del terrore, con la consapevolezza che un conflitto nucleare avrebbe portato alla distruzione reciproca.

Reagan rifiutò di rinunciare al suo progetto. Gorbačëv rilanciò con un possibile taglio del 90% e poi del 100%, ma il summit si concluse senza un accordo formale, pur rappresentando un passo storico.

Nuova fase

Per la prima volta si notò una volontà di aprire una nuova fase nelle relazioni tra le superpotenze. La dichiarazione congiunta affermava che una guerra nucleare non poteva essere vinta e non doveva mai essere combattuta. Un anno dopo fu firmato un trattato per l’eliminazione di migliaia di missili.

Reagan e Gorbačëv si incontrarono nuovamente a Mosca nel 1988, e il trattato rimase in vigore fino al 2019 quando gli Stati Uniti si ritirarono unilateralmente, accusando la Russia di violazioni.

Vladimir Putin e Donald Trump durante un incontro in Alaska

Tensioni

Le tensioni tra Nato e Russia sono tornate a livelli critici dal 2022. Negli Stati Uniti, dopo un periodo di cambiamenti, si assiste a un riavvicinamento tra Trump e Putin, mentre le relazioni con l’Unione Europea e i Paesi vicini si indeboliscono. La diplomazia sembra superata.

L’apocalisse

Il 23 gennaio scorso, l’Orologio del Bulletin fissò a 100 secondi il tempo che separa l’umanità dall’inizio dell’apocalisse. Da quell’incontro ora distante, il mondo ha vissuto una regressione significativa.

La villa Höfði in Islanda oggi

La casa

Oggi, l’Höfði non è visitabile. Dopo un incendio nel 2009, è stata restaurata e utilizzata per vertici internazionali. È circondata da un giardino dove si trovano lapidi commemorative in diverse lingue, a ricordare l’incontro del 1986 e le speranze di chiudere l’era nucleare, ora svanite.


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