Storia

Antonio De Nino: ispettore peligno e antichità marsicane

Antonio De Nino, autodidatta e studioso di storia abruzzese dell’Ottocento, nacque a Pratola Peligna il 15 giugno 1833. Divenne un uomo di vasta cultura, con interessi che spaziavano dalla storia all’arte, all’archeologia. A 24 anni conseguì il diploma di maestro di scuola elementare e iniziò la sua carriera di insegnante in vari comuni, infine a Sulmona, dove si ritirò dopo una lunga carriera.

Nel 1877 divenne ispettore onorario degli Scavi e Monumenti del Circondario di Sulmona, un ruolo che mantenne con dedizione per trent’anni. Si occupò di scavi archeologici significativi, inclusa la necropoli di Alfedena, e comunicò i suoi risultati alla Direzione Generale per le Antichità. Le sue pubblicazioni furono spesso riportate su “Notizie degli Scavi”.

De Nino collaborò con altri ispettori nella Marsica, scambiando informazioni e scoperte. Segnalò numerose iscrizioni e reperti, come un’iscrizione a Gioia dei Marsi e frammenti di iscrizione a Ortucchio. Gli scavi che effettuò nella Marsica lo portarono a scoprire tante antichità, da tombe a suppellettili di ogni genere.

In contesti di scavo, De Nino trovò una vasta gamma di reperti, tra cui urne cinerarie e cippi funerari. Raccolse informazioni su antichi insediamenti e fortificazioni, correlando il materiale archeologico con la storia e la cultura locali. Le sue osservazioni portarono a importanti scoperte e documentazioni, contribuendo in modo significativo alla conoscenza della storia abruzzese.

Nel 1901 e nel 1902, continuò a segnalare scoperte anche in altre località, evidenziando l’importanza della conservazione dei reperti nel loro contesto originale. La sua ultima relazione sulla Marsica risale al 1906, relativa alla Rocca di Gioia. Morì a Sulmona il 1° marzo 1907, lasciando un’importante eredità nel campo della ricerca archeologica.


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