Storia

La città che si emancipò da sola.
















Le Quattro Giornate di Napoli: la città che si liberò da sola

Immagini messe a disposizione con licenza

CC BY-NC-SA 4.0 DEED

27–30 settembre 1943: Napoli decide di non aspettare. In quattro giorni, un’intera città — stremata dalla guerra e dall’occupazione — si solleva e reagisce.

Uomini, donne e perfino giovanissimi — i cosiddetti scugnizzi — combattono fianco a fianco con i militari sfuggiti alla cattura dopo l’8 settembre, giorno dell’armistizio che lasciò l’esercito italiano senza ordini e in balìa dell’occupazione tedesca. Cortili, scale, tetti: ogni spazio diventa un rifugio, mentre ciò che emerge dalle macerie dei bombardamenti si trasforma in barricate per ostacolare l’avanzata del nemico. Ogni gesto conta.

Tra i protagonisti vi fu lo scugnizzo Gennarino Capuozzo, appena dodicenne, che partecipò agli scontri al fianco dei patrioti napoletani. Prima di lasciare la casa per unirsi ai combattimenti, rivolse alla madre un saluto rimasto nella memoria collettiva:

«Mammà, nun m’aspettà… torno quanno Napoli sarà libera

A quella promessa, però, non poté mantenere fede.

Alla sua memoria fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

«Appena dodicenne, durante le giornate insurrezionali di Napoli partecipò agli scontri contro i tedeschi, dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano, fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era al fianco

L’obiettivo della rivolta era chiaro: costringere le forze tedesche a lasciare la città e aprire la strada agli Alleati. E funziona. Quando, il 1° ottobre 1943, le truppe alleate entrano a Napoli, trovano una città già libera: si era liberata da sola.

Per quel valore, alla città di Napoli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il prezzo pagato fu altissimo — centinaia di vittime tra civili e combattenti — ma l’eredità rimane viva: la testimonianza di una comunità che, unita, fece della resistenza la propria libertà.


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