Storia

I cento giovani di Sossano alla conquista dell’Impero

LA STORIA

Il 142° Battaglione Vicentino era composto da 1.100 uomini tra soldati, graduati e ufficiali.

Un camion militare di epoca coloniale.

Un camion militare di epoca coloniale.

La guerra coloniale è una pagina di storia poco conosciuta in Italia. Il mito degli “italiani brava gente” è un pregiudizio comodo a giustificare le responsabilità storiche. La conquista dell’Impero, preparata con grande propaganda e condotta in modo spietato, creò enormi aspettative verso terre promettenti. La macchina bellica italiana venne organizzata con largo anticipo e grande impiego di uomini e mezzi.

Il 142° battaglione vicentino

Il 15 novembre 1935 il 142° Battaglione Vicentino si imbarca a Napoli sul piroscafo “Principessa Maria”, composto da circa 1.100 uomini tra soldati, graduati e ufficiali. Una ventina di sossanesi vi parteciparono, attratti dall’idea di un nuovo mondo da conquistare. Alla fine, oltre un centinaio di sossanesi si recheranno in Africa Orientale, tra volontari e soldati.

Lo stemma del battaglione vicentino.

La ricerca storica

Tra le testimonianze, figure significative come quella di Leone Concato, capo manipolo del 142° Battaglione Vicentino e autore di un diario. Concato, avvocato e giornalista, proveniva da una delle famiglie più influenti di Sossano e, dopo la guerra, diventò imprenditore nel settore aeronautico, ma troverà la morte in un sequestro di persona nel 1977.

I ricordi sulla guerra d’Africa

I sogni dei soldati, perlopiù contadini, erano quelli di possedere terre da coltivare. Per molti, la guerra non era un’avventura, ma un mezzo per uscire dalla povertà. Si trattava di una storia di emigrazione italiana, non su navi merci, ma tramite imbarcazioni militari. La maggior parte non combatteva per la patria, ma spinti dalla necessità.

Tra le storie più significative quelle dei quattro fratelli Balbo, e di Aldo Pavan e della moglie Ergia, quest’ultima finita in un campo di prigionia e lui costretto a lavorare per le forze inglesi.

Giovani di Sossano nella guerra coloniale.

L’incredibile avventura

Particolarmente notevole è l’avventura di un legionario, tornato a casa solo dopo decenni di lavoro in Africa.

Al ritorno, un veterano portava con sé un album fotografico che documentava gli eccidi avvenuti in seguito a un attentato. Le immagini ritraevano violenze e atrocità.

Un altro testimone, imbarcato a 24 anni, trascorse anni come camionista e, catturato nel 1941, fu internato in un campo fino al 1946.

In una lettera, descrisse la guerra con parole dure, sottolineando la sua inutilità per i poveri.


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