Storia

Occhi femminili e romanzo: «Dalle mancanze della Storia»

I romanzi nascono dalle mancanze della Storia. E chi più delle donne è mancato alla Storia? Il lavoro di ricerca storica e storiografica femminista ha restituito numerose figure per costruire nuove genealogie di forza, dimostrando quanto poco la Storia avesse dato conto della presenza e dell’apporto delle donne nei processi storici, nel mondo occidentale e altrove.

La Storia è stata narrata come una litania di «liti tra papi e re, con guerre o pestilenze a ogni pagina; gli uomini tutti così buoni a nulla, e praticamente nessuna donna». È fondamentale notare come la scrittura della Storia contenga un elemento di invenzione, con cui «gli eventi sono fatti diventare Storia».

Chi scrive Storia tesse una trama attraverso la selezione e la disposizione degli accadimenti, la caratterizzazione di protagonisti e protagoniste, e la gestione del punto di vista.

Possiamo allora ipotizzare che tra la Storia e le storie narrate dalle scrittrici vi sia meno distanza di quanto si sia ritenuto in passato? Questa è solo una delle domande da considerare nel riflettere sulle mancanze storiche e su come le donne stiano cercando di colmarle nella loro narrazione attraverso il «romanzo storico».

Ma cosa intendiamo per romanzo storico? Per definizione, esso dovrebbe esplorare un periodo del passato nei suoi usi e costumi, calandosi nella vita dei personaggi che attraversano la grande Storia. Un esempio è La Storia, che racconta gli effetti della Seconda Guerra Mondiale sulla vita di Ida Ramundo e dei suoi figli in una Roma travagliata.

Per alcuni, la narrazione si basa su documenti, ma deve anche andare oltre; «la letteratura deve sapere dire qualcosa di più» sulla Storia.

Oggi molta letteratura contemporanea sembra bloccata su un presente paludoso o ancorata all’analisi del passato fino alle testimonianze dirette.

Nel frattempo, è proseguita la sperimentazione sul genere storico, con incroci tra ricerca genealogico-bibliografica e costruzioni narrative su più piani temporali. Inoltre, il romanzo storico si tinge di rosa, di giallo, si lascia tentare da generi vari, tra cui biografie, fantasy e ucronìa.

Fin dove possiamo spingerci per continuare a parlare di romanzo storico? Quali sono i punti fermi che lo definiscono e quali le imitazioni di un genere che richiede studio e dedizione per essere credibile? Come si declina nei romanzi la memoria del passato?

Leggendo la produzione saggistica su questo genere, emergono alcuni tratti caratterizzanti: mescola elementi di finzione e fatti realmente accaduti, a volte introducendo personaggi che hanno vissuto quei fatti. Ambientato in un’epoca passata, il dibattito si fa più complesso riguardo a quale sia il limite temporale per definirlo tale; ad esempio, oggi un romanzo sulle vicende del Sessantotto è considerabile un romanzo storico se gli autori erano presenti all’epoca?

È una questione aperta, così come se sia lecito modificare gli eventi per esigenze narrative. Anche nella storiografia, un elemento di invenzione si insinua in ciò che è, comunque, racconto: raccontare implica sempre scegliere, evidenziare, disporre, omettere.

Se i romanzi nascono dalle mancanze della Storia, i romanzi storici scritti da donne possono colmare quei vuoti, diventare luogo di opposizione al silenzio che ha a lungo occultato la metà del cielo, proiettando spazi d’azione passati nelle sfide del presente.


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