Storia

Oriente e Occidente: l’Ucraina allarga il conflitto in Europa.

La Polonia denuncia una violazione del suo spazio aereo da parte di droni russi e invoca l’articolo 4 della Nato, nel giorno in cui si tiene il discorso sullo Stato dell’Unione.

L’Amministrazione americana propone che gli europei si uniscano a sanzioni contro Cina e India per i loro acquisti di energia fossile da Mosca, minacciando una escalation nella guerra economica contro Putin.

Il fronte ucraino registra una nuova recrudescenza, espandendosi coinvolgendo maggiormente l’Unione europea. Incontri diplomatici a Bruxelles offre chiarimenti su questi sviluppi.

L’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico stabilisce il principio di consultazione tra gli alleati quando un membro si sente minacciato. Ogni membro della Nato può invocarlo se reputa la propria sicurezza minacciata, senza un attacco armato. A differenza dell’articolo 5, l’articolo 4 riguarda consultazione e coordinamento, non azione militare automatica. È strumentale per portare questioni urgenti al Consiglio Nord Atlantico. Recenti utilizzi includono invocazioni da parte della Turchia, Polonia e Stati baltici nel 2022.

L’incursione di droni russi nei cieli polacchi ha precedenti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel 2022. Dettagli su questi episodi possono essere consultati su diverse fonti.

Gli «sconfinamenti» di spazi aerei da parte delle forze armate russe sono stati numerosi, coinvolgendo anche missili e cacciabombardieri. Oltre alla Polonia, altri paesi del fronte Est, come Romania e Ungheria, hanno subito violazioni. Recentemente, l’intensificarsi di attacchi da droni in Polonia include incidenti datati al 4 e 8 settembre, che hanno costretto a elevare l’allerta e chiudere aeroporti.

La Polonia emerge come un paese-chiave nella geopolitica europea, richiamando eventi storici come l’invasione da parte di Hitler e Stalin che scatenò la seconda guerra mondiale. In epoca di guerra fredda, è stata la prima a resistere all’oppressione sovietica. Oggi, è il paese che investe la percentuale più alta del suo Pil in difesa, superando anche gli Stati Uniti.

Questa escalation di tensione ha ripercussioni a livello globale. Le posizioni della Casa Bianca verso Mosca si stanno inasprendo e nuove richieste sono state avanzate per mettere pressione economica su Russia. Tuttavia, questi passi comportano rischi significativi.

L’attuale situazione in Ucraina sottolinea l’urgenza del riarmo europeo, dato l’aumento dei pericoli. È importante rendere chiaro che questo non è solo un sacrificio, ma una necessità per la sicurezza e la stabilità.

Il vero impatto economico della difesa è stato evidenziato in un recente rapporto, evidenziando la crescita del settore.

Nel 2024, le vittime globali di guerre sono aumentate del +27%, con l’emergere di conflitti «ibridi» che combinano attacchi convenzionali e cyber-attacchi. In Europa, gli attacchi informatici sono quasi raddoppiati nell’ultimo anno.

La spesa europea per la difesa è attualmente di circa 350 miliardi di euro, pari all’1,9% del Pil. È stata fissata un’ambiziosa meta di raggiungere il 5% entro il 2035, richiedendo una governance comune e un’integrazione industriale per affrontare la competizione con potenze come Stati Uniti e Cina.

Dal 2019 al 2023, il fatturato del settore difesa è aumentato del +7,4% annuo, superando la media del Pil Ue. L’occupazione è cresciuta del +7,2%, dimostrando che la difesa è un motore di crescita e innovazione.

In Italia, l’industria della difesa ha generato 22 miliardi di euro di fatturato diretto nel 2024 e crea occupazione per oltre 62mila persone, con un indotto che porta a 60 miliardi e 145mila occupati. Si posiziona bene in termini di innovazione e ricerca, dimostrando che la difesa è un investimento strategico per il futuro.

10 settembre 2025, 16:10 – modifica il 10 settembre 2025 | 16:54


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