Scoperti denti di una nuova specie umana: nuova storia evolutiva.

Dieci denti fossili ritrovati nell’Afar, in Etiopia, rivelano l’esistenza di una nuova specie di Australopiteco che visse accanto ai primi rappresentanti del genere Homo.
Un gruppo di ricercatori ha scoperto dieci denti fossili appartenenti a una nuova specie del genere Australopithecus. Il ritrovamento, avvenuto nella regione dell’Afar, fornisce nuove informazioni su un periodo cruciale dell’evoluzione umana. I denti risalgono a circa 2,65 milioni di anni fa, un’epoca in cui nella stessa area vivevano i primi rappresentanti del genere Homo, tra cui Homo sapiens.
Il ritrovamento è avvenuto nell’area di ricerca di Ledi-Geraru, nel nord-est dell’Etiopia. Qui, i paleontologi hanno rinvenuto sei molari, due incisivi, un premolare e un canino. Dopo un’attenta analisi, è emerso che questi resti dentali, appartenenti a due individui diversi, non corrispondono a nessuna delle altre sei specie di Australopithecus conosciute.
Gli Australopithecus sono tra i nostri antenati più antichi, ominidi con tratti simili a scimpanzé e esseri umani. La nuova specie identificata non è considerata un anello mancante, ma un ramo evolutivo a sé stante.
Nella stessa zona sono stati trovati altri tre denti, risalenti a 2,59 milioni di anni fa, che mostrano caratteristiche del genere Homo. Questi denti sembrano essere collegati a una specie già identificata nel 2013, grazie al ritrovamento di una mandibola nello stesso sito.
In Africa, almeno cinque specie di ominidi vivevano contemporaneamente
Questa scoperta è particolarmente interessante perché, in quel periodo, almeno cinque specie diverse di ominidi popolavano l’Africa. Oltre alla nuova specie di Australopithecus e al primo Homo, erano presenti un altro Australopithecus, una specie di Paranthropus, e un ulteriore Australopithecus nel sud del continente.
Questo panorama evolutivo complesso sfida la visione tradizionale dell’evoluzione umana come un processo lineare. L’evoluzione umana è, infatti, più simile a un albero con molte ramificazioni piuttosto che una singola traiettoria.
Stesse terre, stesso tempo
Le due specie — quella di Australopithecus appena scoperta e il primo Homo — vissero nello stesso territorio e nello stesso periodo. Pertanto, i ricercatori stanno indagando sulla possibilità di una competizione diretta tra le due specie.
I ricercatori stanno analizzando i denti per determinare se le due specie mangiassero cibi simili, il che potrebbe indicare una lotta per le stesse risorse.
In passato, nella stessa zona, erano stati rinvenuti strumenti in pietra, probabilmente creati dai primi Homo. Oggi la regione dell’Afar è desertica, tra le più calde al mondo, ma 2,6 milioni di anni fa era un’area fertile, attraversata da fiumi e popolata da una fauna variegata.
Nel paesaggio vivevano elefanti, ippopotami, cavalli e giraffe, oltre a predatori come iene e felini dai denti a sciabola. Diverse specie di ominidi condividevano questo ambiente ricco e diversificato.
Per datare i denti, i ricercatori hanno impiegato una tecnica che sfrutta il decadimento dell’argon nei cristalli di feldspato delle ceneri vulcaniche, permettendo di stabilire l’età dei reperti con precisione.
Non un’anomalia, ma un ramo in più nell’albero della nostra storia
I ricercatori affermano che la nuova specie di Australopithecus non è diretta antenata di alcuna specie nota. Ogni nuovo ritrovamento arricchisce l’albero evolutivo, rendendolo molto più complesso di quanto si pensasse inizialmente.
Ogni fossile rappresenta un pezzo di un puzzle che racconta storie di incroci, estinzioni e coabitazioni tra diverse specie. Anche la celebre Lucy, scoperta nel 1974, apparteneva a una specie diversa: Australopithecus afarensis, vissuta circa 3,18 milioni di anni fa. I denti recentemente scoperti mostrano caratteristiche distintive, confermando la diversità degli ominidi dell’epoca.