Storia

Piechowski, lo scout che scappò da Auschwitz.

La foto per la schedatura di Kazimierz Piechowski al “KL Auschwitz” – Archivio

Esistono storie di persone del passato, non sempre celebri, che portano con sé messaggi di speranza. Ogni giovedì, durante l’estate, viene proposto un viaggio tra i profili di testimoni della speranza, invitando a riflettere sulla vita.

Chi non conosce Il fuggitivo, il film del 1993 con Harrison Ford? Esiste un’altra pellicola con lo stesso titolo, Uciekinier, un documentario del 2006 che racconta la storia di Kazimierz Piechowski, sottotenente polacco, scout, falegname, morto nel 2017 a 98 anni. Fu il primo a fuggire da Auschwitz, il 20 giugno 1942, dimostrando che era possibile scappare da quell’inferno. La sua autobiografia, Bylem numerem (“Ero un numero”), non ha trovato traduzione in italiano. Tuttavia, è stata riconosciuta come una delle fughe più spettacolari del periodo nazista da una rivista tedesca.

Dieci mesi dopo Piechowski, un altro polacco, Witold Pilecki, compie atti di straordinario coraggio, descritti nel libro Il volontario di Auschwitz. Pilecki si fece catturare e internare per raccogliere informazioni sulle atrocità naziste e organizzare una rete di resistenza, ma le sue richieste di aiuto rimanevano inascoltate. Alla fine, decise di fuggire.

Anche Jan Karski, giovane studente, documentò gli orrori del regime nazista, ma non fu creduto nonostante i suoi sforzi per allertare le potenze mondiali. Raccontò i suoi incontri con figure di spicco dell’epoca, come il presidente Roosevelt, ma i suoi appelli rimasero sostanzialmente ignorati.

Una fuga significativa fu quella di Walter Rosenberg (Rudolf Vrba) e Alfred Wetzler, avvenuta il 25 aprile 1944, la quale è narrata in modo dettagliato da Jonathan Freeland. Il loro resoconto contribuì a fermare le deportazioni di massa degli ebrei ungheresi ad Auschwitz. Al contrario, un tentativo di fuga di Mala Zimetbaum ed Edek Galiñski non ebbe successo, e furono catturati.

Piccolo ma importante, Piechowski è il primo a essere fuggito. Durante il suo internamento ad Auschwitz, fu presente all’appello in cui padre Massimiliano Kolbe si offrì in cambio della vita di un altro prigioniero. Proveniente da Tczew, inizia il suo percorso come scout e nel 1939 tenta di lasciare il Paese invaso dai nazisti. Catturato dai tedeschi, viene rinchiuso in un campo di lavoro e, infine, al campo di concentramento di Auschwitz.

Dopo due anni di prigionia, Piechowski riesce a fuggire con tre compagni, sfruttando il momento giusto e la sua conoscenza del tedesco. Dopo la fuga, entra nell’esercito polacco e combatte fino alla fine della guerra. Tuttavia, il nuovo governo polacco lo condanna a dieci anni di prigione e, dopo diversi trasferimenti, lavora in miniera prima di essere liberato. Ritorna ad Auschwitz nel 2000 durante il 60° anniversario del suo primo trasporto, dove rivive emozioni strazianti. La sua ultima riflessione è un invito alla speranza: «Sono un boy scout e lo sarò fino alla fine della mia vita».


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