Storia

Leggere il vertice: Lenin supera Napoleone.

Trump e il suo inviato speciale per le guerre sembrano poco interessati alla storia. Nemmeno molti leader europei danno grande importanza ai suggerimenti del passato e tendono a semplificare. In vista del vertice d’Alaska tra il presidente americano e Putin, temono che si ripetano eventi storici come Monaco 1938 o Yalta 1945, cioè il cedimento dell’Occidente a Hitler o la spartizione dell’Europa con Stalin. Si tratta di rischi seri, ma ricordarli sembra più utile alla propaganda che all’azione.

Ci sono alcuni eventi recenti che non saranno sul tavolo del colloquio, ma dei quali il leader del Cremlino è sicuramente cosciente. Averli presenti nella conversazione politica europea potrebbe aiutare a rivedere la lettura dell’invasione dell’Ucraina e a relativizzare i muscoli di Putin. Durante la Guerra di Crimea, la Russia zarista subì una sconfitta storica perdendo, oltre a mezzo milione di uomini, Moldavia e Valacchia e l’accesso militare al Mar Nero, uno choc per l’impero zarista.

Nella guerra russo-giapponese, Mosca fu militarmente umiliata dal Giappone, perdendo Manciuria e Corea. Questa sconfitta contribuì a scatenare la rivoluzione del 1905, facendo vacillare il regime e costringendo lo zar a riforme. All’inizio della Prima guerra mondiale, la Russia subì un rovescio a Tannenberg ad opera dei tedeschi, che segnò l’inizio di una rotta culminata con la Rivoluzione Bolscevica nel 1917 e la caduta del regime zarista.

Il crollo dell’Urss agli inizi degli Anni Novanta è legato alla disastrosa invasione dell’Afghanistan, terminata con una sconfitta e ritirata di Mosca nel 1989. La Russia, quando attaccata, mostra una grande capacità di resistenza; quando invade, rischia sconfitte brucianti e destabilizza il regime che intraprende l’avventura.

Il concetto che la Russia non possa perdere guerra è uno dei cardini della propaganda del Cremlino dall’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022; più che una verità, sembra una scaramanzia. Il fronte interno, per quanto militarizzato dalla propaganda, rimane un punto debole dei regimi russi, un aspetto che l’Europa tende a dimenticare. Certo, la storia non si ripete, ma può rappresentare un utile promemoria.


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