Storia

Proteste dei movimenti al Defence Summit di Roma

Nel silenzio delle istituzioni locali, prosegue la mobilitazione della rete No Rearm Europe contro il piano di riarmo a cui ha aderito anche l’Italia.

Il salone delle armi, organizzato per l’11 settembre in sala Petrassi, ha ricevuto il sostegno governativo, ispirato dalle affermazioni del ministro della Difesa sulla necessità di una cultura della difesa. È prevista la partecipazione di esponenti delle forze armate e dei principali gruppi industriali del settore bellico.

Il portavoce della rete ha espresso preoccupazione per il fatto che Roma possa diventare un palcoscenico per la cultura bellica, sottolineando come la capitale abbia storicamente ospitato manifestazioni per la pace. Ha criticato l’assenza di una posizione chiara da parte dell’amministrazione riguardo alla situazione in Gaza.

Oltre settanta realtà associative hanno invitato a scrivere al sindaco e al governatore per chiedere l’annullamento della concessione, ritenendo che sia in conflitto con le finalità della fondazione che gestisce l’auditorium.

Inoltre, è stata convocata un’assemblea per organizzare una manifestazione davanti all’auditorium durante l’evento. È stata proposta l’idea di un incontro pubblico con interventi, performance artistiche e testimonianze per contrastare la cultura del riarmo.

Tra i primi partiti a prendere parte alla contromanifestazione si segnala Avs, che ha denunciato l’incongruenza di ospitare un evento di propaganda bellica in una città colpita da conflitti devastanti, evidenziando la propria adesione al social summit in protesta contro le guerre attuali e l’aumento del riarmo europeo.


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