Katherine Johnson: la calcolatrice umana e il suo genio.

Katherine Johnson è stata una figura chiave nella storia dell’esplorazione spaziale americana. Matematica, informatica e fisica, ha avuto un impatto significativo sulla storia della NASA e le sue esperienze sono state portate sul grande schermo in un film ispirato a un libro.
Bambina prodigio
Nata a White Sulphur Springs il 26 agosto 1918, dimostrò fin da piccola un talento straordinario per la matematica. Si diplomò a 14 anni e a 18 conseguì la laurea in matematica e francese con il massimo dei voti presso lo West Virginia State College, un’università storicamente afroamericana. Fu la prima donna afroamericana ad accedere alla scuola di specializzazione dell’Università della Virginia Occidentale, grazie a una sentenza che aprì le porte agli studenti neri.
La carriera alla NASA
Nell’1953, Johnson entrò alla NACA – poi Nasa – come calcolatrice umana, svolgendo complessi calcoli matematici relativi alla navigazione aerea e spaziale. Il suo talento la portò rapidamente a far parte di un team di lavoro esclusivamente maschile, occupandosi delle traiettorie dei voli spaziali. Nonostante l’epoca fosse dominata da uomini bianchi, Katherine si fece strada con competenza, richiedendo di partecipare a riunioni tecniche da cui le donne erano escluse.
Dal 1953 al 1958, lavorò come calcolatrice nel programma di ricerca per l’attenuazione degli effetti delle raffiche di vento sugli aeromobili. Inizialmente fu assegnata alla West Area Computers, un gruppo di donne afroamericane sotto la supervisione di Dorothy Vaughan, e dopo fu trasferita alla Divisione Controllo di orientamento del Flight Research Center di Langley. Johnson e le sue colleghe venivano definite coloured computer e furono soggette a segregazione razziale, vivendo in condizioni separate rispetto ai colleghi bianchi fino al 1958.
A partire dal 1958, Johnson assunse il ruolo di ingegnere aerospaziale fino al suo pensionamento nel 1986. Nel 1959, calcolò la traiettoria del primo volo spaziale statunitense con equipaggio e determinò la finestra di lancio per la missione Mercury del 1961. Redasse anche i diagrammi di backup per la navigazione manuale degli astronauti in caso di guasti elettronici.
Nel 1962, durante il volo orbitale di John Glenn con la missione Friendship 7, fu chiamata a confermare i calcoli effettuati dai primissimi calcolatori elettronici, tanto che Glenn rifiutò di partire senza la sua approvazione. Johnson continuò a lavorare con i computer digitali, contribuendo a instaurare fiducia nella nuova tecnologia, e uno dei suoi contributi più noti fu il calcolo della traiettoria per l’allunaggio dell’Apollo 11 nel 1969.
Nel 1970, partecipò alla gestione dell’emergenza della missione Apollo 13, le cui procedure e grafici furono essenziali per il ritorno sicuro dell’equipaggio. Negli anni successivi, lavorò anche al programma Space Shuttle e al satellite Earth Resources Satellite, contribuendo a progetti per missioni future su Marte.
Vita privata
Nella 1939 si sposò con James Francis Goble, da cui ebbe tre figlie: Constance, Joylette e Katherine. Dopo aver insegnato in una scuola pubblica per studenti afroamericani, decise di dedicarsi alla famiglia, mantenendo però viva la sua passione per la matematica.
Nel 1956, affrontò un grave lutto con la morte del marito a causa di un tumore al cervello. Tre anni dopo, nel 1959, si risposò con il tenente colonnello James A. Johnson, veterano della guerra di Corea, con cui rimase sposata per oltre sessant’anni, fino alla sua morte nel 2019.
Katherine fu attiva anche nella vita religiosa e sociale, cantando nel coro della Carver Presbyterian Church e partecipando alla storica sorellanza afroamericana Alpha Kappa Alpha. Negli ultimi anni visse a Hampton, in Virginia, con il marito, e fu una nonna e bisnonna affettuosa, sempre pronta a incoraggiare i suoi nipoti verso carriere scientifiche e tecnologiche.
Morì il 24 febbraio 2020 all’età di 101 anni. La NASA la ricordò come una vera eroina americana, simbolo di intelligenza, determinazione e progresso civile.