PiGiZeta: i Mosquito “impossibili” di Zanetti

Perché un appassionato gioca con le moto d’epoca? Per arrivare a sera divertendosi. Invece di farlo con motociclette complesse e costose, alcuni si dedicano ai Mosquito, i ciclomotori con trasmissione a rullo prodotti dalla Garelli nel dopoguerra. Divertimento garantito, spendendo cifre molto più abbordabili.
Image

Verniciature e dettagli sono curatissimi, degni delle special dei customizer più quotati.
Quei motori misero in movimento l’Italia, permettendo a centinaia di migliaia di persone di raggiungere il luogo di lavoro. I Mosquito trasformati non hanno nulla a che vedere con veicoli di diporto, ma sono opere d’arte con un cuore proletario, ribattezzate PiGiZeta come le iniziali del creatore. Ecco alcuni esempi.
PiGiZeta Giallo
Image

Il telaio è di produzione Verlicchi, mentre le sospensioni rappresentano una delle caratteristiche principali, poco diffuse tra i Mosquito, poiché normalmente vengono applicate a telai rigidi. Qui, un forcellone è ammortizzato da due molle in cantilever. Anteriormente una forcella a parallelogramma Ugo Tomaselli. Contribuisce al comfort una sella sostenuta da vistose molle. Tra i particolari di pregio, spiccano il manubrio Longagnani Olmo, il supporto per una tanica di benzina di riserva e lo scarico ad espansione, perché la potenza, seppur limitata, deve essere tirata fuori tutta.
PiGiZeta Verde
Image

I più esperti di questa particolare branca del motociclismo riconosceranno il telaio del Velomosquito 511, utilizzato dalla Garelli in un secondo tempo. Qui, il ciclomotore da diporto è stato trasformato in un motorino sportivo anni ‘50: cupolino, sella piatta con codino e addirittura tabelle portanumero, insieme al parafango anteriore di grande estensione con velleità aerodinamiche. Il manubrio basso è stato realizzato artigianalmente, mantenendo l’acceleratore a pollice previsto dalla Casa. Non ci sono sospensioni, mentre un design innovativo del marmitta ad espansione evita interferenze con i pedali.
PiGiZeta Bianco
Image

Questo modello presenta le forme di una moto sottocanna, con il serbatoio appeso. Il motore, un 38 A di 38 cm³, non è il più moderno. Il telaio è un Lassale, recuperato da mercatini d’epoca. Senza sospensione posteriore, le asperità vengono attutite da una sella molleggiata e pneumatici generosi. Anteriormente, la forcella EKB è priva di molleggio. L’espansione è più tradizionale, mentre dettagli raffinati come il manubrio in legno Sterling e le gomme bianche in tinta con la verniciatura del ciclomotore aggiungono valore al design.
PiGiZeta Rosso
Image

Questo veicolo non è un Mosquito qualunque; è il modello con il quale è stato stabilito il record mondiale di velocità della categoria a Bonneville, sul Lago Salato. Il telaio è un BSA d’epoca, con una sella alta per una posizione aerodinamica. La forcella Casalini è priva di molleggio, mentre al posteriore c’è una sospensione a schema cantilever con unica molla. Il serbatoio è appeso sotto il tubo orizzontale del telaio. Il contorto scarico ad espansione è stato prodotto con cura, come quelli degli altri Mosquito. I pedali sono bloccati, mentre è stata montata una frizione centrifuga per consentire la partenza. Con questo vehicolo è stato raggiunto un nuovo record di velocità di 30 km/h, sorprendendo tutti a Bonneville.