Cagiva Alazzurra: la Ducati di Varese.

Un accordo che fa bene a entrambe
La collaborazione tra Cagiva e Ducati inizia il 1 giugno 1983, in un momento difficile per Ducati, mentre Cagiva sta emergendo nel mercato delle moto di piccola cilindrata. Cagiva ha bisogno di un motore per espandersi verso cilindrate più elevate, mentre Ducati possiede il prestigioso bicilindrico Pantah in diverse cilindrate. L’accordo sembra promettente: Ducati porta competenze e fama, elementi chiave per l’introduzione di nuovi modelli esportabili.
Dal fidanzamento al matrimonio
L’accordo suscita perplessità, con la sospensione della produzione di moto Ducati per concentrarsi sull’assemblaggio di motori destinati a Cagiva. I ducatisti sono scettici, ma la situazione cambia rapidamente; i fratelli Castiglioni acquisiscono interamente Ducati, avviando una rinascita che porterà a modelli iconici negli anni ’90.
Arriva l’Alazzurra
Nel novembre 1983, al Salone di Milano, viene presentata la Cagiva Alazzurra, disponibile in cilindrate da 350 e 650 cm³. Il design è ispirato a un vecchio modello Aermacchi, ma con ambizioni rinnovate. La produzione dimostra già segnali di cambiamento, sebbene senza miracoli, e i risultati sono incoraggianti.
La base (infelice) da cui nasce
La Alazzurra trae origine da un modello Ducati poco fortunato, la TL 350-600, le cui vendite erano state deludenti. Tuttavia, la meccanica è solida, rendendola una base ideale per un’evoluzione estetica.
Qualcosa si guadagna, qualcosa si perde
La Alazzurra presenta un look rinnovato e un motore Ducati più visibile. Il design è moderno e competitivo rispetto alle moto giapponesi. Cagiva migliora assemblaggio e dettagli, ma a fronte di un budget ristretto, alcune prestazioni calano rispetto ai modelli Ducati.
Motore, cambio e trasmissione
Bicilindrico a 4 tempi, raffreddato ad aria, con potenza massima di 36 CV (50,5 CV per la 650) e una velocità massima di 161 km/h (191 km/h per la 650).
Telaio, sospensioni e freni
Telaio a doppia culla con forcella Marzocchi e freni Brembo, per un peso complessivo di 190 kg.
La gatta frettolosa…
Nonostante l’assemblaggio in Italia, le consegne ai concessionari iniziano solo nel settembre 1984. La moto, sviluppata in fretta, presenta alcune problematiche nei comandi e nel prezzo, ma nel 1985 inizia a farsi notare tra gli appassionati.
La migliore? La 350
La versione 350 si rivela la più equilibrata, mentre la 650 ha difetti come vibrazioni e problemi elettrici che la affliggono. La migliorata strumentazione non è esente da imprecisioni e le dinamiche di guida non soddisfano completamente.
Un addio in punta di piedi
Con l’Alazzurra, Cagiva rivede la propria strategia, concentrandosi su altri modelli di successo. L’Alazzurra esce di scena nel 1986, con un ultimo tentativo di rinnovamento, ma il modello ha già svolto il suo corso.
Il grande merito dell’Alazzurra
Nonostante i limiti, l’Alazzurra ha riportato attenzione sul made in Italy in un settore dominato dai marchi giapponesi e ha contribuito al riscatto di Ducati, dimostrando anche che Cagiva poteva competere con i grandi brand. È stata la prima sport-tourer dell’azienda e ha mantenuto una chiara identità nel tempo.